martedì 25 ottobre 2011

Maltempo, le previsioni della protezione civile per mercoledì 26 ottobre

Italia. Secondo il sito della Protezione civile, domani, mercoledì 26 ottobre, sono previsti temporali persistenti e diffusi su Umbria, Lazio e Abruzzo, poi estese anche a a Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia. Tale situazione perdurerà per 24-36 ore. Nella parte settentrionale della penisola domani, sempre a partire dalla mattinata e per le successive 24-36 ore, temporali anche su Veneto e Friuli-Venezia Giulia. E il sito conclude: "il Dipartimento della Protezione civile continuerà a seguire l’evolversi della situazione in contatto con le prefetture, le regioni e le locali strutture di protezione civile".

Lunigiana sott'acqua, paesi isolati La pioggia forte si sposta in Versilia

Lunigiana sott'acqua, paesi isolati
La pioggia forte si sposta in Versilia
Stato di massima allerta in Lunigiana e Massa dove in sei ore sono caduti 260 millimetri di pioggia. I comuni più colpiti: Pontremoli, Villafranca Zeri e Mulazzo


MASSA - Il maltempo non risparmia la Toscana. Stato di massima allerta in Lunigiana e Massa dove in sei ore sono caduti 260 millimetri di pioggia. Nella notte, la bomba d'acqua che si è vista in Liguria, potrebbe spostarsi ancora di più verso la Toscana, in particolare nella zona della Lucchesia, già colpita dall'alluvione del 2009. Lo stato di allerta rossa è stato diramato fino alle 18 di mercoledì dal Centro funzionale della Regione Toscana. In particolare sono previsti forti temporali durante la notte, che potrebbero raggiungere livelli di cumulata di pioggia attorno ai 100 mm.

IN VERSILIA - Secondo quanto reso noto dal Consorzio di bonifica Versilia Massaciuccoli nelle ultime 24 ore sono caduti fino a 110 mm di pioggia a Retignano (Stazzema), oltre 100 nel territorio del comune di Seravezza, 66,8 mm invece a Viareggio. Lo stesso Consorzio, che aveva già attivato il servizio di emergenza pioggia e che rimarrà aperto tutta la notte, spiega che al momento non si registrano danni alla rete dei canali e che è in corso il presidio a tutti i 22 impianti idrovori in funzione per scolmare l'acqua dai canali di bonifica verso il mare. A Viareggio allagate alcune strade e sottopassi. Disagi anche a Querceta e Pietrasanta dove l'acqua è entrata anche in alcune abitazioni e si registrano problemi alla viabilità. Al lavoro, per liberare i tombini, vigili del fuoco e protezione civile. Spenti anche alcuni ripetitori di emittenti televisive private a causa di interruzioni elettriche. Presidio agli impianti idrovori, tutto il personale reperibile, controllo costante delle foci, dotazione di 2.000 ballini di sabbia pronti all'uso, controllo dei cantieri aperti lungo i canali: questo il servizio di emergenza pioggia attivato dal Consorzio di bonifica Versilia Massaciuccoli. Una nuova forte perturbazione, si spiega ancora, è prevista per le prossime ore.



IN LUNIGIANA - In Lunigiana, nell'alta Toscana, il maltempo ha provocato il crollo di due ponti in località Molino, nel comune di Tresana (Massa Carrara), lungo la strada comunale: non si segnalano persone coinvolte. Intanto la prefettura di Massa Carrara ha chiesto l'intervento dell'esercito con un elicottero da ricognizione, che è stato messo a disposizione, e di mezzi anfibi delle capitanerie di porto per far fronte alla situazione. Allestita la sala tecnica in Provincia, dove è presente anche il prefetto Giuseppe Merendino. Nella zona è ricominciato a piovere forte. I comuni più colpiti sono Pontremoli, dove è rimasto isolato per un certo periodo anche l'ospedale e gli occupanti di un'auto, bloccati in un sottopasso, sono stati tratti in salvo dai vigili del fuoco, Villafranca, Zeri, Mulazzo e Aulla. Esondato, in alcune zone, il fiume Magra, che continua a far paura, e l'Aulella, straripati tutti i torrenti affluenti. La Provincia di Massa Carrara ha comunicato che si sono verificate quattro frane in 27 chilometri di strada lungo tutto il territorio della Lunigiana. A Pontremoli in tilt i telefoni e black out di energia elettrica con problemi anche per i centralini radio della protezione civile. Enel informa che in Lunigiana sono diverse centinaia le abitazioni rimaste senza luce: una quindicina le linee elettriche di bassa tensione danneggiate. Sempre a Pontremoli è crollato il muro di un ex cementificio sulla statale della Cisa. Chiusi tutti i ponti che conducono all'autostrada Parma-La Spezia. Sta invece lentamente riprendendo, informa Fs, la circolazione sulla linea ferroviaria Pontremolese Parma-La Spezia. Ad Aulla allagato anche il municipio mentre a Fivizzano è volato il tetto di una ex scuola, ora centro sociale e bar. Zeri è completamente isolata da una frana che ha interrotto il collegamento stradale con Pontremoli.
PAESI ISOLATI E STRADE CHIUSE - Due paesi isolati in Lunigiana, a causa della chiusura di due strade provinciali e la statale 62 della Cisa chiusa nei pressi di Pontremoli per un allagamento dovuto allo straripamento di un torrente. È quanto comunicano Anas e la Provincia di Massa Carrara. Il traffico della Cisa è stato deviato sull'autostrada A15. Inoltre, la linea ferroviaria Pontremolese (Parma-La Spezia) è interrotta dalle 17,30 a causa degli allagamenti, nel tratto tra Aulla e Borgo Val di Taro. I tecnici sono sul posto per ripristinare la linea. La provincia di Massa Carrara informa che sono state chiuse le strade provinciali 36 e 37 in Lunigiana, tra Pontremoli e Mulazzo, per allagamenti dovuti allo straripamento del torrente Telia e pericolo di frane. In conseguenza della chiusura delle due strade ci sono due paesi isolati, Zeri e Mulazzo. Secondo la Provincia, nell'arco di 27 chilometri, in Lunigiana si sono verificate 4 frane. Nei pressi di Filattiera ci sono tre famiglie isolate a causa dell'allagamento delle cantine, le persone sono rimaste bloccate in casa.

A MASSA - Una donna è rimasta bloccata con la sua auto nel sottopasso dell'autostrada a Massa presso lo stadio degli Oliveti, nella zona industriale. I vigili del fuoco sono intervenuti con un piccolo canotto per portarla in salvo. La polizia municipale ha predisposto la chiusura di tutti i sottopassi del comune di Massa che si sono completamente allagati. Un metro di acqua anche nel sottopasso della stazione ferroviaria, dichiarato inagibile.

lunedì 24 ottobre 2011

Malesia, drammatico incidente Simoncelli è morto!!!!!!!!!!!!!!!

SEPANG (Malesia), 24 ottobre 2011 Al secondo giro una collisione fra la Honda dell'italiano Edwards e Rossi: Sic nel botto è colpito alla testa e resta fermo in pista e arriva al centro medico in stato di arresto cardiocircolatorio. I medici hanno disperatamente cercanto di salvarlo. Gara cancellata Marco Simoncelli, 24 anni, pilota della Honda Gresini. LaPresse Dramma nel GP di Malesia Marco Simoncelli è morto dopo una collisione al secondo giro del GP di Malesia: il pilota scivola in uscita di curva, resta attaccato alla moto, che piega inspiegabilmente verso il centro pista e viene colpito dalla Yamaha di Edwards in una collisione che ha coinvolto anche Valentino Rossi. Il pilota statunitense e Sic cadono, mentre Rossi prosegue la marcia nell'erba restando in piedi. Le conseguenze peggiori, però le subisce Marco, che nel fortissimo impatto perde il casco e rimane immobile riverso in pista. Scena raggelante. Immediati i soccorsi, gara cancellata.
IL DRAMMA — Simoncelli è stato subito portato al centro medico della pista dove è arrivato in stato di arresto cardiocircolatorio, con lo staff medico che ha disperatamente cercato di salvarlo. Dinamica di incidente molto simila a quella di Misano dell'anno scorso, con Alex De Angelis e Scott Redding, che falciaronom, incolpevolmente, il povero Tomizawa già caduto, l’ultimo pilota morto in pista nel motomondiale, prima di questo maledetto GP di Malesia.

Come scaricare tutti i file di una pagina web in pochi click

In diverse occasioni può nascere l’esigenza di scaricare tutti i file di un determinato formato da un sito web: dispense PDF, immagini di una galleria, programmi, documenti o altri tipi ancora. Tuttavia eseguire questa operazione manualmente per ciascun file è un processo al quanto dispendioso in termini di tempo e pazienza. Per sopperire a questo inconveniente è stato creato DownThemAll!, un componente aggiuntivo gratuito per Firefox. Dopo aver scaricato ed installato questo plug-in all’interno del browser, è sufficiente avviarlo tramite il menù strumenti di Firefox. Verrà dunque richiesta la cartella in cui si desiderano salvare i file e la selezione dei formati che si desiderano scaricare. Qualora il formato desiderato non sia presente, è possibile elencarne l’estensione nella casella filtraggio veloce (esempio: .gif, .avi, .bmp). Ciascun file può inoltre essere selezionato e deselezionato rapidamente in maniera manuale.

mercoledì 19 ottobre 2011

Giuseppe Uva, altro assassinio per mano dello stato

Non è solo abuso di potere, non è solo infamia dello stato su corpi prigionieri, è sadismo, è una patologia di sopraffazione che ormai pervade le forze dell’ordine. Eh si, non è un’esagerazione questa frase, proprio no perchè i numeri sono troppi, iniziano ad essere insostenibili anche agli occhi dei più ciechi. Non è possibile. Non è possibile che si possa morire per un fermo in stato d’ebbrezza. Non è possibile morire come Stefano Cucchi, o massacrato su un marciapiede come Aldro. Non è possibile morire come Marcello Lonzi, che sembrava inciampato in un secchio di vernice rossa in quella maledetta cella.
Giuseppe Uva Non si può morire come Aldo Bianzino. Ed oggi scopro che non si può morire nemmeno come Giuseppe Uva, 43enne, fermato da una volante dei carabinieri il 14 giugno del 2008, a Varese. Ecco la sua storia: Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero vengono fermati in stato di ebbrezza verso le 3 di mattina di sabato 14 giugno 2008 da una volante dei carabinieri, mentre spostano alcune transenne bloccando l’accesso a una strada del centro di Varese. Uno dei due carabinieri all’interno della volante riconosce Uva, lo chiama per nome e inizia a inseguirlo mentre questo tenta la fuga. Alberto Biggiogero cerca di correre in aiuto di Uva, richiamato dalle grida di questo, per impedire al carabiniere di colpire l’amico. L’altro carabiniere, che guidava l’auto, lo immobilizza e gli impedisce di intervenire. Poco dopo sopraggiungono due volanti della polizia di stato, Biggiogero verrà spinto a forza in una di queste, Giuseppe Uva verrà invece costretto in quella dei carabinieri. Le tre macchine arrivano nella caserma dei carabinieri verso le 3.30 (i quattro agenti delle due volanti di polizia vengono raggiunti dall’altra volante in servizio quella notte, tutti e sei i poliziotti restano in caserma per le successive due ore fino a quando Uva non verrà trasportato in ospedale, saranno due di loro, tra l’altro, ad accompagnare in ambulanza Uva al pronto soccorso, secondo una procedura del tutto anomala). I due amici vengono separati, Biggiogero resta in una stanza collocata a sinistra dopo il portone d’accesso alla caserma, controllato a vista da poliziotti e carabinieri. Da lì sente chiaramente le urla dell’amico provenienti da un’altra stanza, posta probabilmente sulla destra del corridoio, per un lunghissimo lasso di tempo. Grida ai presenti di smetterla di “massacrare” l’amico e viene minacciato di subire la stessa sorte. Verso le quattro del mattino, approfittando degli attimi in cui viene lasciato solo, chiama con il proprio cellulare il 118, chiedendo l’intervento di un’ambulanza in caserma perché lì era in corso un massacro. L’operatore del 118 dice che manderà un’ambulanza, dopo due minuti chiama in caserma per accertarsi che ci sia veramente bisogno dell’intervento del mezzo, riferendo di essere stato contattato da un signore che denunciava un pestaggio all’interno della caserma. Il carabiniere che ha risposto al telefono lo fa attendere in linea per verificare, al suo ritorno all’apparecchio dice che si tratta di due ragazzi ubriachi e che ora si sarebbero occupati di toglier loro il telefonino (la trascrizione delle due telefonate è agli atti e disponibile). Biggiogero fa anche in tempo a chiamare il padre e chiedergli di venirlo a prendere prima che il cellulare gli venga portato via. Biggiogero dichiara, poi, di non aver sentito le sirene dell’ambulanza ma che dopo circa 20 minuti dalla sua telefonata si è presentato in caserma un uomo in impermeabile con una valigetta che viene indicato come “il dottore”. Nel frattempo arriva anche il padre di Biggiogero che riuscirà a portare a casa il figlio e si dice disposto a portare personalmente Uva al pronto soccorso. I carabinieri diranno che non ce n’è bisogno in quanto l’arrivo del medico è sufficiente. Alle 5 del mattino (presumibilmente mezz’ora dopo che Biggiogero e il padre uscivano dalla caserma) una telefonata dei carabinieri alla guardia medica richiede un’ambulanza e dice che alla persona fermata deve essere effettuato un Tso. Uva viene trasferito quindi al pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, dove viene richiesto il Tso e così, dopo circa due ore (verso le 8.30 del mattino), Uva viene trasferito nel reparto psichiatrico presso lo stesso ospedale. Due ore dopo viene constatato il decesso per arresto cardiaco. Dagli esami tossicologici risulta che gli sono stati somministrati dei farmaci, inequivocabilmente e tassativamente controindicati in caso di assunzione di alcol. L’arresto cardiaco è stato provocato da questo “errore”. La testimonianza del Comandate del posto fisso della polizia di stato ubicato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Circolo riporta alcune affermazioni estremamente significative. La prima: si è venuti a conoscenza della morte di Uva in ritardo “pur non trattandosi come si evince dall’allegato referto medico di evento non traumatico” (si legga: è stato un evento traumatico). La seconda: la salma di Uva giaceva “supina e senza abiti, con la parte ossea iniziale del naso in zona frontale, munita di una vistosa ecchimosi rosso-bluastra, così dicasi per la parte relativa del collo sinistro, le cui ecchimosi proseguivano con discontinuità, su tutta la parete dorsale, lesioni di cui non viene fatta menzione nel verbale medico di accettazione”. Il comandante aggiunge: “che non vi è traccia degli slip del de cuius e su chi abbia provveduto alla loro rimozione dal corpo, indumento tra l’altro, neppure consegnato ai parenti (probabilmente perché intrisi di sangue). E tuttavia non si può sottacere il riscontro obiettivo di pseudo macchie ematiche riscontrate a tergo sui pantaloni poi posti successivamente sotto sequestro unitamente agli altri capi di vestiario con un particolare inquietante riscontrato anche sulle scarpe di stoffa che stanno verosimilmente ad indicare una estenuante difesa ad oltranza dell’uomo effettuata anche con calci”. Ciò è evidenziato dal fatto che “la parte anteriore di entrambe calzature destra e sinistra, si presenta vistosamente consumata”. L’autopsia è stata fatta in maniere platealmente sbrigativa e parziale, senza gli esami radiologici necessari ad accertare fratture e minimizzando o ignorando l’importanza delle lesioni presenti sul suo corpo, in particolare sul dorso e nella regione anale.